Tutti i gol sbagliati da Daniele Cacia da settembre a dicembre

Che amarezza

carlofilippo vardelli
8 min readMar 15, 2020

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“Sto vivendo una crisi
una crisi c’è sempre ogni volta che qualcosa non va”

Bluvertigo

Quando durante l’estate 2019 il triumvirato Gatti-Gatti-Pighi ha riportato in città Daniele Cacia, a Piacenza è ripartito l’entusiasmo. Finalmente il centravanti tornava all’ovile, e lo faceva per farci conquistare la tanto agognata serie B sfuggita l’anno prima per due volte nel giro di 30 giorni.

Dopo le maledettissime finali di Siena e Trapani, la piazza aveva proprio bisogno di ritrovare eccitazione. Quell’energia ti porta allo stadio e ti fa credere in qualcosa più grande di te.
Ecco, la presenza di Cacia e la “gioiosa macchina da guerra” di Franz traducevano l’entusiasmo in oltre 2500 abbonati (dato in crescita rispetto al 2018/19) e ci facevano sperare che, insomma, nonostante le occasioni perse il salto di categoria non fosse così impossibile.

Carico all’inverosimile, il figliol prodigo si presentava così.
“Ogni giocatore si lega più o meno a tante società . A me è capitato di legarmi in maniera particolare e speciale al Piacenza calcio, per questo sono felice di essere qui. Per far bene ho bisogno di adrenalina. Sono un attaccante ed ho sempre vissuto con l’istinto del gol”.

Nella mattinata di giovedì 12 dicembre, Cacia ha chiesto al club la risoluzione del contratto. Una formula veloce e diretta, ma tremendamente necessaria al benessere di tutti quanti. Con l’addio si è chiusa l’ultima esperienza di Daniele Cacia al Piacenza calcio: la peggiore, la più deludente e quella che lascia una piccola macchia nella carriera del classe ‘83.

Dopo 17 partite ufficiali sparse tra serie C, Coppa Italia e Coppa Italia serie C il dato dice 2 gol e 2 assist.

La carriera di Cacia in numeri

E quindi, giunti al termine del girone d’andata, cosa rimane di questa quarta esperienza biancorossa?

Ripercorrendo mentalmente le partite viste, e poi riguardandole frame-by-frame, ho trovato la riposta: quello che rimane dell’attaccante calabrese è una sesquipedale quantità di gol sbagliati. Una serie senza fine che spesso e volentieri è caduta nel tragi-comico.

Cacia è stato forse l’ultimo grande attaccante del Piacenza — e con grande intendo da Serie A — ma in questi 5 mesi ha fatto più fatica di Calloni. Cosa sia successo io non lo so, ma so che è stata dura. Buona visione.

PIACENZA @ CESENA, sabato 21/09/2019

E’ la quinta giornata del girone B di serie C, e Cesena-Piacenza è ferma sull’1–1. Alla chiamata di Paponi (terzo gol in 5 partite) ha risposto Zecca.

Il Piacenza recupera palla nella propria metà campo e con Della Latta trova Nicco nella zona mediana. È la classica transizione pericolosa perché il Cesena è completamente sbilanciato. Nicco legge perfettamente questo scompenso e con un bel filtrante manda Cacia verso la porta. Il bomber scappa via a Ciofi e si presenta tutto solo davanti ad Agliardi. Il gol, al 90%, è fatto. Per uno come lui dovrebbe essere una formalità.

Purtroppo però in Serie C di robe facili non ne esistono, ed infatti Cacia inciampa su se stesso e consegna la palla nelle mani del portiere cesenate. Un fiasco totale.

Gol più facile da segnare o da sbagliare?

PIACENZA vs RAVENNA, mercoledì 25/09/2019

Temporaneamente siamo 4 giorni dopo la schermata blu apparsa nel database di Daniele Cacia a Cesena. Se in quel caso l’attenuante poteva essere la poca lucidità dopo la lunga progressione, quello contro il Ravenna è un errore imperdonabile.

Siamo sull’1–0 per i biancorossi (toh, che strano, ha segnato Paponi) e allo stadio si attende solo il raddoppio.

Paponi manda in verticale Marco Imperiale. Il terzino entra in area dal lato sinistro, stringe verso la porta e fa partire il cross. La fortuna (o la sfortuna, dipende dai punti di vista) vuole che il pallone venga leggermente deviato da un difensore giallorosso così da creare un semicerchio perfetto per il piede di Cacia. Il bomberone si ritrova la palla sul piede, più di metà porta sguarnita ed i difensori ad una distanza da sicurezza.

Come a Cesena, il gol è fatto. È talmente facile che Cacia sbaglia in un modo mai visto, colpendo la palla come il peggiore dei dilettanti.

Non inquadrati dalla mia istantanea ci sono Imperiale, Sestu, Corradi e Bolis che si portano le mani tra i capelli. Sono increduli. Imperiale addirittura si inginocchia al suolo, come se avesse visto la passione di San Cassiano Martire che “appare” in una leggendaria puntata di Camera Cafè.

“Se l’è mangiato” è la frase istintiva del telecronista di Eleven Sports

“io tengo afferrati con ambe le mani questi ultimi avanzi e queste ombre di quel benedetto e beato tempo, dov’io sperava e sognava la felicità, e sperando e sognando la godeva, ed è passato né tornerà mai più, certo mai più”
Giacomo Leopardi

PIACENZA @ SAMBENETTESE, domenica 06/10/2019

Al “Riviera delle Palme” si gioca l’ottava giornata di serie C tra Samb e Piacenza. I biancorossi sono reduci da un paio di vittorie e son pronti al big match.

Facendo un bello skip in avanti, l’occasione per il #9 arriva al minuto 71' sul punteggio di 3–2. I marchigiani ne han fatti tre, ma l’immancabile Paponi ha siglato la seconda doppietta stagionale.

Il Piacenza gioca bene, ed i rossoblù sono in apnea. Cacia ha anche “partecipato” al secondo gol con un assist piuttosto bizzarro e casuale ma comunque efficacie. Paponi vuole restituirgli il favore, e lo lancia nello spazio con la difesa della Samb fuori fase. Il bomber viaggia sul filo del fuorigioco e si presenta di fronte a Santurro senza dover nemmeno toccare il pallone.

Prende la mira, carica il destro e spara una ciofeca sul ginocchio del portiere facendo sfumare il possibile 3–3.

Voi dove avreste calciato?

Da notare come l’estremo difensore marchigiano sia ben posizionato per parare sui due angoli, ma come l’attaccante abbia un ampio ventaglio di soluzioni.

PIACENZA vs VICENZA, domenica 13/10/2019

E’ la giornata numero nove, e come avrete notato c’è un gol sbagliato quasi ogni domenica.

In questo caso si gioca contro il Vicenza, ed il popolo del “Garilli” fa registrare il numero più alto della stagione con 4002 presenze (dato ancora imbattuto oggi, marzo 2020). C’è aria di grande sfida, ed il mio fiuto da tartufaio mi porta a spendere il costo del biglietto per assieparmi nei distinti.

(Che il mio fiuto non sia di prim'ordine l’avevo capito da un pezzo, ma per darne conto a tutti credo sia sufficiente sottolineare un dato. Gli highlight di Samb-Piacenza sono durati oltre 4 minuti, quelli di Piacenza-Vicenza hanno faticato a raggiungere i tre.)

Nonostante il Piace sia sotto nel punteggio, non sta faticando contro la squadra dall'attacco che “tremare il mondo fa”.
Come sempre il possesso dei biancorossi si sviluppa per via laterali con i braccetti difensivi molto coinvolti. Della Latta decide di pescare Corradi in profondità. Il numero #10 di-prima-intenzione dipinge un lob per i piedi di Cacia, ma il numero #9 dà l’ennesima dimostrazione di sé. Controlla male e tira verso la bandierina.

(Guardate il fotografo sopra il cartellone rosso. E’ prontissimo a scattare la foto che potrebbe valergli una prima pagina ma non appena vede la palla sorvolare la porta cade in uno sconforto che definirei primordiale. Braccia basse e volto che fissa il vuoto. Un bel riassunto del momento.)

Più brutto il controllo o il tiro?

Dal primo ci spostiamo nel secondo tempo con un Della Latta in versione treno merci.

Il difensore dei biancorossi prende palla sulla trequarti offensiva e a forza di sportellate arriva a crossare. Il secondo tentativo è quello buono, e per l’ennesima volta Cacia si ritrova a convivere con quel tipo di pallone che tanti problemi gli ha creato: il lob.

Daniele ci prova con la bicicletta, ed ancora oggi sono convinto che un miglior utilizzo del corpo gli avrebbe permesso di segnare.
Il bomber guarda solo la palla, senza aver il contatto visivo-e-fisico con il difensore vestito di nero. Una protezione palla basilare gli avrebbe permesso una soluzione decisamente più comoda. Resta il gesto tecnico e poco altro.

La rovesciata rimane un gesto tecnico-atletico di assoluta bellezza

PIACENZA vs GUBBIO, domenica 10/11/2019

Piacenza-Gubbio è la 14a giornata, ed i biancorossi non vincono proprio dalla partita sopra (2–1 vs Vicenza). E’ passato quasi un mese, e le ambizioni sono precipitate. Contro gli umbri è la classica sfida da vincere perché se per caso poi non la vinci ti devi subire una settimana infernale. Franzini non ci pensa due volte e butta in campo il doppio centravanti: Paponi-Cacia.

I biancorossi dominano, questo va detto.

E’ una delle migliori partite sotto il profilo del gioco. Si vedono i rombi con la mezzala che avanza, gioco corto e gioco lungo, le rotazioni dei centrocampisti, qualche movimento in combinata tra Cacia e Paponi e l’interscambio posizionale tra i terzini, la difesa e Marotta.
Sembra una squadra che, messa alle strette dalle contingenze di classifica, ha riscoperto la bellezza di giocare offensivo. E non è un caso che Ravaglia (portiere del Gubbio) finisca come migliore in campo.

In tutta questa bellezza c’è forse l’ultimo errore madornale nella stagione di Cacia. L’ultimo jolly in un mazzo già ricchissimo.
Siamo al minuto 67, ed i biancorossi aumentano il forcing. Dopo tre angoli senza risultato gli umbri provano la ripartenza. Il Piace recupera e fa arrivare la palla a Corradi.

El Diez, ancora una volta tanto da farlo sembrare un déjà vu, scava l’ennesimo lob della sua stagione. Cacia, ancora una volta tanto da farlo sembrare un déjà vu, sbaglia un altro controllo allargandosi e riducendosi l’angolo di battuta. Il tiro è fin banale, ma il meglio deve ancora venire.

Sulla ribattuta del portiere, Paponi è da solo a centro area. Sta per convertire il gol più facile della stagione e Cacia deve solo servirlo. Facile no? In realtà difficilissimo con il calabrese prova uno scavino e regala la palla ai difensori. Arrivano i titoli di coda.

Vi sottolineo la reazione di Corradi, in basso a destra

Questa è the last dance per Cacia.

L’ultimo errore di una mezza stagione nera che ha offuscato il ricordo di un attaccante incredibile. Una carrellata anche difficile da spiegare, ma che ha segnato, inevitabilmente, anche la stagione della squadra.

L’addio, come scrivevo sopra, è stata la degna conclusione di un percorso che non necessitava un ulteriore annessione di tristezza. Sia noi che lui abbiamo smesso di soffrire.

Questo coronavirus drogherà in negativo tutto quanto, togliendo partite emozioni e sudore. In questo modo Cacia potrà (parzialmente) uscire bene da questa storia, anche solo per il ricordo futuro che legherà il 2019–2020 al virus cinese e non alla orrenda stagione del nativo di Catanzaro.

Qui sotto l’ultimo errore dell’anno. Di sinistro, che non è nemmeno il suo piede.

Bonus track: mancino in scivolata contro il Rimini

“Hello
I’ve waited here for you
Everlong”

Foo Fighters

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